“Decreto Bollette? Bene, ma va fatta riforma strutturale! Magari in Europa”

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Comunicato stampa n. 8/2025 del 1°  marzo

 

Claudia Scarzanella (Confartigianato Imprese Belluno)  commenta il provvedimento del Governo

 

“I provvedimenti varati dal Governo vanno sicuramente nella giusta direzione per attenuare il peso degli oneri generali di sistema nelle bollette delle piccole imprese, che Confartigianato denuncia da tempo”.

 

Claudia Scarzanella, presidente di Confartigianato Imprese Belluno, commenta così il cosiddetto Decreto bollette adottato venerdì dal Consiglio dei Ministri, che si è rivolto anche alle piccole imprese stanziando complessivamente 1 miliardo e 400 milioni di euro. Il Decreto prevede un taglio degli oneri di sistema (a sostegno delle energie da fonti rinnovabili) per le piccole e medie imprese (tutte quelle con potenza superiore a 16,5 chilowattora, non solo quelle energivore), con una conseguente riduzione delle prossime bollette che dovrebbe aggirarsi – secondo gli annunci del Governo – intorno al 20%. Il provvedimento introduce anche un metodo per finanziare un futuro fondo per aiutare famiglie e imprese, monitorando l’Iva conseguente agli aumenti del gas. In questo modo sarà finalmente possibile ridurre il caro-energia, riequilibrando il carico di oneri che oggi penalizza le piccole imprese.

 

“Credo tuttavia – continua Claudia Scarzanella – che non si possa continua a correre ai ripari: gli interventi del Governo assunti per fornire risposte alla situazione contingente dei rincari delle bollette vanno ora trasformati in un quadro di riforma strutturale del sistema dei costi energetici. I rincari dell’energia infatti innescano incertezza, diminuendo il potere d’acquisto e di investimento che a catena rallentano l’economia. In questa fase il caro energia è sicuramente uno dei principali motivi di preoccupazione e instabilità per le nostre imprese.

 

Mi chiedo peraltro se, come succede per altri ambiti, anche le politiche energetiche non debbano essere fatte in Europa, per uniformare i costi degli Stati membri e rafforzare il sistema economico europeo! Forse in Europa non si dovrebbe solo parlare di orizzonti strategici – e penso al pacchetto di misure del Clean Deal in discussione in queste settimane -, ma iniziare a studiare concreti accordi sull’acquisto e la produzione di energia a livello europeo”.

 

La situazione

 

“L’Italia paga le bollette energetiche più alte d’Europa – aggiunge Michele Basso, direttore di Confartigianato Imprese Belluno -. A gennaio 2025 l’indice del prezzo sul mercato del gas elaborato dal GME (Gestore dei Mercati Energetici) è salito del 60,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e dell’80 % rispetto ai minimi dello scorso febbraio, mentre il prezzo all’ingrosso dell’energia elettrica a gennaio 2025 ha subìto un rialzo del 44,2% su base annua e del 64,8% dal minimo di aprile 2024. Ma si registrano tensioni anche sui prezzi al dettaglio: l’aggiornamento di Arera relativo al primo trimestre 2025 indica prezzi della bolletta elettrica in aumento del 18,2%. L’analisi dei dati di Eurostat evidenzia inoltre che il prezzo dell’energia elettrica delle imprese nella classe di consumo fino a 20 MWh, nella quale si addensa l’88% dei punti di prelievo del mercato non domestico, nel primo semestre 2024 risulta il più alto tra i 27 Paesi dell’Ue e superiore del 22,5% alla media europea”.

 

Da una ricerca di Confartigianato le micro e piccole imprese italiane, già nel biennio 2022-2023, hanno pagato 11,8 miliardi in più rispetto ai competitor europei. Le imprese venete hanno registrato un gap di maggiori oneri per i costi dell’energia di 1.224 milioni di euro, posizionandosi al secondo posto nazionale delle regioni che pagano di più, dopo solo la Lombardia.

 

“Come possiamo essere competitivi sul mercato europeo e globale con questi prezzi energetici? – conclude Claudia Scarzanella – Non dimentichiamo peraltro che i costi in bolletta incidono anche sui bilanci familiari, diminuendo il potere d’acquisto e rallentando i consumi: va bene dunque l’intervento governativo per le famiglie, ma anche in questo caso bisogna mettere a sistema gli interventi e non inseguire le emergenze”.

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