Lettera aperta di Confartigianato Belluno per il 2023

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Va in archivio il 2022 ed è tempo di bilanci. Un anno difficile, spigoloso, che ci ha portato gli strascichi della pandemia e insieme anche la guerra in Ucraina, con tutte le conseguenze che un conflitto nel cuore dell’Europa sta provocando alle famiglie, alle imprese, ai Paesi come l’Italia fragili dal punto di vista energetico. Stiamo combattendo quotidianamente con i rincari di luce e gas, con le difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, con la carenza di personale e manodopera. E non posso non pensare che ancora una volta è effetto anche dello spopolamento e di un territorio che perde all’incirca mille abitanti l’anno. 

 

I motivi di preoccupazione per l’anno nuovo non mancano, ma sono decisamente superiori di numero e di qualità i motivi per essere ottimisti e per guardare ancora una volta oltre gli ostacoli. A partire dall’esempio dei nostri maestri artigiani. Sono una ventina quelli che hanno ottenuto il riconoscimento regionale nell’ultimo anno: imprenditori che hanno una lunga storia d’impresa alle spalle, che hanno saputo innovare e costruire imprese solide, al passo con i tempi, e che oggi si propongono come veri e propri maestri per i giovani.

 

Proprio con le nuove generazioni è cominciato un nuovo progetto di Confartigianato, legato alle scuole e portato avanti dal Gruppo Giovani Imprenditori. L’obiettivo è trasmettere il valore artigiano e appassionare al lavoro i giovanissimi. Perché è vero che oggi manca la manodopera, e bisogna intervenire su alcuni punti, quelli emerse dall’indagine dell’Istituto Veneto Lavoro, che ha raccolto le esigenze dei giovani che approcciano il mondo del lavoro: non solo retribuzione e stipendio, ma anche prospettive di crescita, di valorizzazione dei talenti, e conciliazione dei tempi professionali con quelli della famiglia e della vita fuori dal lavoro. Abbiamo bisogno dei giovani, dell’entusiasmo e della freschezza che possono portare all’interno delle nostre imprese, anche per tramandare saperi e mestieri che altrimenti rischiano di scomparire. E abbiamo bisogno di un nuovo approccio rispetto alle tematiche ambientali.

 

Il cambiamento climatico infatti impone un ripensamento e una ridefinizione non solo degli stili di vita ma anche del mondo del lavoro e dell’economia in generale. Non basta il solo risparmio energetico, non è sufficiente il solo utilizzo di fonti rinnovabili. Confartigianato da sempre è promotore di politiche di economia circolare, delle comunità energetiche, di nuovi prodotti, di ricerca e innovazione. Adesso occorre spingere di più su questi temi. E vediamo con grandi speranze il progetto del Fondo Comuni Confinanti sulla filiera del legno, che anticipa le necessità delle aziende del comparto di innovarsi, non solo per colmare il gap strutturale della prima lavorazione che tutti conosciamo, ma per prepararsi a un necessario cambio di prodotti legato alla trasformazione dei boschi e quindi della materia prima legno e della cura del territorio.

 

Siccità e carenza idrica, innalzamento delle temperature e cambiamento climatico spingono a grandi cambiamenti anche nel mondo dell’offerta turistica. Questo significa un’occasione di sviluppo per la montagna, ma anche opportunità di nuove attività per i giovani.

 

Un’occasione è anche l’autonomia idroelettrica prevista dalla recente novità regionale, che lascia una quota di energia ai territori che la producono. Questa novità dovrà generare opportunità concrete di risorse da investire nello sviluppo del territorio. Per fare questo è necessaria una Provincia dotata di struttura tecnica e politica forte. Una Provincia elettiva che possa e debba essere al centro della politica e della progettualità garantendo unitarietà e sintesi all’intero territorio.

 

Ci auguriamo che maggiore forza e maggiore peso arrivino anche dalla legge sulla montagna, che non è riuscita a passare nel 2022 a causa della caduta del governo Draghi. Il 2023 possa essere l’anno buono per la nuova legge e possa portarci nuovi strumenti per rendere competitive le nostre imprese, anche in un territorio difficile, periferico e montano. Anche con risorse differenziate per i territori, commisurate alla percentuale di spopolamento. 

 

Un altro augurio è quello di poter arrivare a un nuovo sistema di trasporti, basato su infrastrutture all’altezza e su un dialogo tra pubblico e privato. Il servizio a chiamata di Dolomitibus può essere precursore in questo, al fine di mettere insieme forze, competenze, idee al servizio dei cittadini e del territorio. In un momento così sfidante, pubblico e privato non possono più procedere per compartimenti stagni ma avviare un dialogo e una conseguente reciproca progettazione coordinata e integrata ove possibile.

 

Tra i motivi di ottimismo, non posso non citare lo sblocco delle varianti della Valboite e la conferma del finanziamento per la variante di Longarone, i movimenti in vista delle Olimpiadi, le infrastrutture… Ce lo hanno detto i nostri imprenditori, nel sondaggio di un anno fa, che le infrastrutture sono fondamentali per le imprese e per le comunità locali. Quindi guardiamo con grande fiducia alla stagione che viene avanti.

 

Se pensiamo al panorama incerto a livello internazionale, troviamo motivi di ottimismo e certezze nelle nostre imprese e nel nostro territorio, se riusciamo ad avere una visione d’insieme di problematiche e di opportunità. Il grande e veloce cambiamento in atto crea smarrimento e necessità di adattamento. E in questo, dobbiamo assumere la consapevolezza che fare ed essere Associazione è fondamentale per riaggregare e ritrovare identità, competenze, visione, forza e ottimismo. Ed è ancora più fondamentale in montagna.

 

Le Dolomiti bellunesi, pur tra le difficoltà delle terre alte, sono un territorio magnifico. Sono la grande bellezza che caratterizza la nostra quotidianità e la nostra identità. Un’identità che dobbiamo valorizzare e promuovere per coltivare la vocazione turistica della montagna, anche attraverso i prodotti frutto della mente e delle mani dei nostri abili artigiani.

 

Buon 2023

 

Claudia Scarzanella, Presidente Confartigianato Imprese Belluno 

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