Galleria Comelico: Confartigianato raccoglie le preoccupazioni delle imprese del territorio

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Comunicato stampa del 13 dicembre 2021

La chiusura della galleria di Comelico, sulla Statale 52 Carnica, sta tenendo banco in questi giorni. E anche le imprese dicono la loro, preoccupate per un disservizio che potrebbe durare quasi due anni e che costringerebbe molti ad abbassare le serrande dell’attività.

«La chiusura senza alternative – perché la deviazione lungo il passo di Sant’Antonio, specialmente in inverno, non può essere considerata un’alternativa valida e percorribile – significa condanna a morte del Comelico» afferma la presidente di Confartigianato Belluno, Claudia Scarzanella, che ha raccolto le voci di alcune imprese associate del territorio comeliano. «Abbiamo preso informazioni e approfondito la questione, coinvolgendo direttamente le nostre imprese. Sosteniamo con forza la necessità che il Comelico non resti isolato. La resistenza degli artigiani è encomiabile, ma non inesauribile, come ci hanno detto diversi imprenditori».

Tra questi, Glenda Menia Cadore, titolare dell’occhialeria M1 srl. «La chiusura sarebbe tragica» dice Menia Cadore. «Già oggi le strade esistenti sono malmesse e trafficate. Senza la galleria, per andare a Belluno bisognerebbe fare il giro per Comelico Superiore o per Danta, improponibile d’inverno. In questo periodo ricevere il materiale per la produzione è complicatissimo e la mia azienda accusa anche settimane di ritardo nelle consegne. Non oso immaginare cosa significherebbe la galleria chiusa. Pare che ce la mettano tutta per costringerci a chiudere le nostre attività e spostarci a valle. Ma questo comporterebbe lasciare a casa i nostri collaboratori e impoverire ulteriormente un territorio che è splendido, merita solo un po’ più di attenzione e di servizi. Per questo chiediamo un’alternativa all’isolamento della vallata».

Dello stesso avviso anche Sandra Costan, titolare della ditta Costan Ennio srl, che produce componenti per la refrigerazione: «Se le alternative sono chiudere completamente o chiudere a fasce orarie, ritengo sia opportuno optare per la seconda opzione perché pur allungando i tempi dell’intervento si eviterebbe l’isolamento totale della valle. Da quanto apparso sulla stampa, risulta evidente che la progettazione è già in stato avanzato e pronta a partire: perché il territorio non è stato coinvolto prima in fase decisionale? Perché i sindaci sono stati interpellati solo a cose fatte mettendoli davanti a un aut aut tanto pesante per tutta la valle? Forse, una soluzione alternativa tra quelle proposte dai sindaci e dai comitati di zona sarebbe auspicabile».

«È necessario il coinvolgimento della popolazione – sostiene Alvio Cesari, della Cesari Legnami -. Nel frattempo, però, la galleria attuale deve rimanere aperta, per salvaguardare l’economia del territorio già in difficoltà. Ora che chiudono il tunnel alle 21, ci sono notevoli disagi per chi deve rientrare dal lavoro, e affrontare il passo Sant’Antonio non può essere una soluzione, soprattutto nella stagione invernale. Ho bisogno di sicurezza sul futuro della viabilità per poter garantire le forniture ai miei clienti. Quello che stiamo vivendo in queste settimane, invece, crea incertezza e preoccupazione, e c’è il rischio di perdere lavoro e clienti».

«La galleria non può chiudere, sarebbe un danno gravissimo per l’economia del territorio e anche per il turismo, con la conseguenza dello spopolamento – sostengono Chiara e Federica Osta di Falegnameria Osta Giorgio -. È fondamentale trovare una soluzione per evitare la chiusura, garantendo comunque la sicurezza. Dobbiamo difendere il nostro territorio e utilizzare questa occasione per fare una riflessione complessiva sulla viabilità in generale. Dobbiamo iniziare a pensare in tempo alle soluzioni: non si può sempre essere in emergenza a discapito di imprese e cittadini».

Insomma, una voce unanime di allarme, che chiede attenzione per l’immediato e per il futuro. E soprattutto, propone di ascoltare il territorio per trovare soluzioni alternative alla chiusura del tunnel. «Siamo fiduciosi che il dialogo tra amministratori locali, istituzioni e Anas possa produrre una soluzione in grado di tenere in considerazione le necessità del territorio, delle comunità locali e delle imprese – sintetizza la presidente Claudia Scarzanella -. Parlare di massimi sistemi a favore della montagna va bene, ma poi bisogna anche fare i conti con la realtà e la concretezza che richiede una situazione simile. Le imprese artigiane ce la mettono tutta per continuare a lavorare in montagna, garantendo un presidio e posti di lavoro. La chiusura totale della galleria significa costringere molti ad andarsene. Credo sia necessario agevolare le imprese e non ostacolarle».

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