Cambia ancora il Superbonus, Confartigianato teme la paralisi del mercato

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Comunicato stampa del 25 gennaio 2022

 

Basso: «La ripresa del comparto casa rischia di bloccarsi»

 

Il Decreto Sostegni ter cambia di nuovo le regole del Superbonus e dei bonus edilizi. Confartigianato esprime preoccupazione per il settore. «Con questi continui cambiamenti rischiamo di rendere inutili tutti i tentativi di rianimare il lavoro dell’edilizia, che sconta una crisi di lungo corso» afferma Fabio Zatta, presidente di mestiere dell’edilizia di Confartigianato Belluno.

 

Il testo del decreto prevede che il credito di imposta corrispondente a Superbonus, bonus ristrutturazioni, ecobonus, sismabonus e bonus facciate sia ceduto una sola volta. Questo significa che il beneficiario della detrazione potrà cedere il credito ad altri soggetti (banche e intermediari finanziari), ma questi non potranno cederlo a loro volta.

 

E poi, significa che i fornitori che praticano lo sconto in fattura potranno recuperare lo sconto sotto forma di credito di imposta e cederlo una sola volta ad altri soggetti, banche o intermediari finanziari, ma questi ultimi non potranno cederlo a loro volta.

 

«La ratio del decreto è quella di contrastare le frodi, ma non è questo il sistema – sottolinea il direttore di Confartigianato Belluno, Michele Basso -. Le nostre imprese sono serie e operano in correttezza. Non possono venire penalizzate da pochi che si comportano fuori dalle leggi».

 

Il Veneto (al 31 dicembre 2021dati Enea e Mite) è la regione che in Italia ha più utilizzato il Superbonus 110% pesando il numero di interventi rispetto al totale delle famiglie: si tratta di 6,3 interventi ogni 1.000 famiglie, contro una media nazionale di 3,65. Complessivamente sono stati attivati 12.646 interventi con il Superbonus 110%, pari 13,2% del totale nazionale per un totale di 1 miliardo 676 milioni di euro di investimenti (11% del totale nazionale).

 

«Dati in linea anche nel Bellunese, a testimonianza di un mercato in ripresa, nonostante i rincari delle materie prime e la ormai cronica difficoltà a reperire manodopera – conclude Zatta -. Dati che però potrebbero subire una battuta d’arresto importante. Sarebbe grave, perché rischieremmo di perdere una fetta di lavoro fondamentale per la ripresa non solo del settore, ma dell’intera economia di tante piccole medie imprese».

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